Morto a 39 anni l’attore coreano Song Jae-rim: la prima ipotesi è il suicidio
La sconvolgente notizia della morte, presumibilmente per suicidio, di Song Jae-rim scuote il mondo dello spettacolo coreano, che perde un altro dei suoi protagonisti.
La lettera: testamento privato o saluti?
La notizia della morte di Song Jae-rim ha sconvolto l’industria dell’intrattenimento coreano. Le autorità hanno ritrovato l’attore, celebre volto del piccolo schermo, senza vita nel suo appartamento di Seoul, a soli 39 anni. Accanto a lui, una lettera che ha portato gli inquirenti a ipotizzare un suicidio.
I media coreani, tuttavia, parlano della lettera come di un “testamento” personale, una dichiarazione finale che ha acceso un intenso dibattito sul significato delle sue parole e sulle sue condizioni emotive recenti. Le autorità coreane hanno avviato le indagini per chiarire i dettagli della vicenda e stanno procedendo con l’autopsia per determinare le cause della morte.
Le pressioni dell’industria: il dramma dei suicidi tra le celebrità coreane
La morte di Song Jae-rim riporta in primo piano un fenomeno tragico che colpisce duramente l’industria dello spettacolo coreano: il suicidio tra le celebrità. L’enorme pressione del settore, unita al giudizio implacabile del pubblico e alle aspettative irrealistiche, crea un carico psicologico spesso insostenibile per molti artisti. L’hate speech e il controllo ossessivo di media e fan, intensificati dall’uso dei social, hanno trasformato la vita delle star coreane in una sorta di prigione dorata.
Nomi celebri come Sulli, Jonghyun dei SHINee e Goo Hara sono solo alcuni tra quelli che hanno tristemente ceduto a queste difficoltà, suscitando discussioni sulla tutela delle star e sul ruolo delle agenzie. La Corea del Sud, che registra uno dei tassi di suicidio più alti tra i Paesi sviluppati, vede anche tra le figure pubbliche un’incidenza preoccupante, rivelando l’urgente necessità di supporto psicologico e di riforme contrattuali per salvaguardare il benessere dei suoi artisti.