Nicolae Dică: meteora al Catania, ecco cosa fa oggi
L’esordio in Romania con le stimmate del fuoriclasse, ma in Sicilia la sua esperienza sarà brevissima. Nella Champions 2007 eguagliò Totti e Inzaghi⬇️
“Meteora” è quel fenomeno luminoso dovuto al passaggio di un frammento di asteroide attraverso l’atmosfera terrestre, che collidendo con la stessa genera una fugace scia di luce. Un luccichio brillante, destinato a spegnersi in brevissimo tempo. Nella storia del pallone di meteore se ne contano a non finire; giovani talenti che si sono persi per strada, promesse non mantenute e storie cadute nel dimenticatoio affastellano lo sterminato universo calcistico, regalando delle chicche preziose una volta riscoperte.
La storia di oggi ci porta a Catania, anno Domini 2008. Il club siciliano, allora fresco di permanenza in massima serie, si guarda intorno alla ricerca di rinforzi. Pietro Lo Monaco, all’epoca AD dei rossazzurri, pesca sapientemente dal mercato che in assoluto conosce meglio, quello sudamericano. In estate alle falde dell’Etna arrivano gli argentini Pablo Ledesma, Cristian Llama ed Ezequiel Carboni ed inizia così a formarsi il primo nucleo di quella colonia tutta albiceleste che avrebbe fatto le fortune del Catania in serie A nel quinquennio successivo. Il direttore Lo Monaco decide però di fare uno “strappo alla regola” e di chiudere anche un’altra operazione, e non perché ne fosse davvero convinto, ma per accontentare una pressante richiesta del suo allenatore (Walter Zenga).
La richiesta di Zenga si chiama Nicolae Dică, ventottenne trequartista rumeno dello Steaua Bucarest. In patria Dică è considerato una stella, all’attivo vanta la vittoria di due campionati e una supercoppa di Romania ed è un titolare indiscusso della nazionale rumena di cui è da poco diventato capitano. Centrocampista qualitativo e brevilineo, doti da fantasista con una spiccata propensione al gol che si manifesta anche nell’ambitissimo palcoscenico della Champions League, dove colleziona 4 reti in 6 presenze (edizione 2006/07). Pur avendo tra le mani un profilo potenzialmente funzionale al rafforzamento della squadra, Lo Monaco nutre più di qualche dubbio circa l’impatto che il rumeno potrebbe avere sul calcio italiano e lo fa presente allo stesso Zenga. La trattativa, tuttavia, si conclude positivamente e Dică approda in Sicilia al prezzo di 2,4 milioni di euro.
Dică lo presi per assecondare una richiesta di Zenga. Aveva una buona base tecnica, ma era un po’ lento. E’ stato uno di quei pochi casi in cui ho accontentato l’allenatore. Io appena l’ho visto giocare dissi che, seppur bravo tecnicamente, per il nostro campionato aveva dei ritmi non all’altezza.”
Il percorso del folletto rumeno dimostrerà che il direttore rossazzurro non si sbagliava; il calcio italiano proprio non si attagliava alle caratteristiche atletiche del numero dieci originario di Pitesti, molto più a suo agio con il livello ed i ritmi della SuperLiga. Un esordio promettente, subito a segno contro il Padova nei sedicesimi di Coppa Italia, poi più nulla da segnalare. In campionato Dică faticherà tantissimo a vedere il campo e, complici alcuni dissidi proprio con Zenga, l’unico che lo aveva fortemente voluto in Italia, finirà relegato nelle retrovie. Sole quattro apparizioni è il magrissimo bottino della stagione 2008/09, quattro presenze che saranno anche le uniche del rumeno in maglia etnea. Seguirà un breve prestito ai greci dell’Iraklis: 13 presenze e tre reti, poi il ritorno a Catania a dicembre 2009. Ormai fuori dai piani tecnici rossazzurri, Dică si trasferisce al Cluj, di nuovo in Romania e di nuovo in prestito, in Sicilia però da calciatore non metterà più piede.
Romania, casa dolce casa. Dopo il ritiro dall’attività agonistica nel 2014, Dică inizia la sua carriera da allenatore e, come spesso accade nel calcio dell’est Europa, lo fa subito nel campionato in cui aveva dato il meglio di sé e nel club di cui era diventato una leggenda: lo Steaua. Dapprima nel ruolo di vice, poi ad interim, vince un campionato ed una coppa di Romania, per passare in seguito alla guida del Pitesti, squadra della sua città natale, con cui vincerà un campionato di terza divisione. La seconda esperienza allo Steaua sarà molto meno felice della prima: non riesce a vincere il campionato al primo colpo e viene esonerato a metà della stagione 18/19. Piccola parentesi da vice della nazionale rumena, poi nuovamente tra i club del suo paese. Oggi risulta svincolato, dopo aver terminato una brevissima esperienza da tecnico del Voluntari, club che milita nella seconda divisione.