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Paolo Maldini e il pensiero sul calcio moderno: “Molto meno tecnico”

Ospite del podcast sportivo AKOS, la leggenda rossonera ha detto la sua sul confronto tra il calcio di ieri e quello di oggi🗣: “Adesso per fare la differenza basta essere atleti. Ai miei tempi non era così”👇

📸www.dazn.com – Paolo Maldini, 56 anni, ex calciatore del Milan e della Nazionale – www.voceliberaweb.it

“Ah, da quando Baggio non gioca più non è più domenica…” – C’era anche lui, Paolo Maldini, quel pomeriggio di metà maggio del 2004, a San Siro, quando uno dei più forti numeri dieci della storia d’Italia diceva addio al calcio giocato. Per l’allora capitano del Milan il tempo di dire basta sarebbe arrivato un po’ più tardi, nel 2009, non prima di aver disputato altre due finali di Champions League, perdendo incredibilmente quella del 2005 e rifacendosi due anni dopo contro gli stessi avversari. Una carriera leggendaria, che gli ha fatto attraversare oltre due decenni di storia del pallone, affrontando degnamente alcuni dei nomi più grandi che lo sport più bello del pianeta possa ricordare. Perché gente come Maradona, Platini, Ronaldo il fenomeno e Zidane, solo per citarne alcuni, ha saputo regalare ai tifosi qualcosa che è andata oltre i meri risultati: la possibilità di sognare ad occhi aperti grazie alle loro giocate.

Quella magia che col passare del tempo è andata perdendosi con l’emergere di dinamiche evolutive, non tutte dagli esiti idilliaci. Nel calcio dei calendari folli per accontentare le esigenze televisive, dell’atletismo esasperato, dell’intensità e della tattica come parole chiave, sembra infatti esserci sempre meno spazio per la fantasia, la libertà di interpretazione, le variazioni sul tema, qualità non solo tecniche che animavano il “vecchio” giuoco e che oggi devono cedere il passo alle necessità di uno sport che è profondamente mutato, prendendo con decisione la strada della fisicità. Intervistato da Luca Gemignani, autore del podcast AKOS, l’ex capitano rossonero si è espresso così su una delle differenze più evidenti rispetto all’epoca in cui era lui a calcare il terreno di gioco👇

Oggi a mio avviso c’è molta meno tecnica. Una volta per arrivare ad un certo livello bisognava essere molto forti tecnicamente, adesso “basta” essere atleti di alto livello, specie in quelle squadre che adottano una difesa a 5, dove i laterali devono solo correre e hanno una tecnica normale, ma fanno comunque la differenza.”

Minore tecnica nel complesso vuol dire anche minor fantasia negli interpreti, ma non tutto il male viene per nuocere. Se è pur vero che forza fisica e dinamismo occupano un ruolo oramai centrale nella comprensione e nello sviluppo del calcio, va detto come nel professionismo odierno vi sia una maggiore cura per aspetti che un tempo venivano trascurati, complice giocoforza l’assenza di supporti tecnologici. Nel corso dell’intervista, Maldini ha ricordato quanto fosse diverso l’approccio allo studio degli avversari e alla preparazione atletica in generale, specie all’epoca del suo esordio in Serie A(1985).

Nei primi anni non c’erano tanti video. tu non avevi la possibilità di conoscere le caratteristiche dell’avversario se non attraverso degli uomini della società che andavano a vedere le partite, ma erano tutte cose raccontate. Non credo ci fosse meno professionalità, c’era meno conoscenza e meno strumenti per rendere quel tipo di sport più professionale, non come impegno ma proprio come conoscenza”.

L’ex dirigente del Milan ha poi chiosato con un pensiero su come andrebbe impostata la formazione dei giovani, altro tallone d’Achille del calcio italiano, per evitare che questi ultimi vengano compressi da un eccessivo tatticismo e far sì che sviluppino la loro tecnica in modo più libero, senza condizionamenti👇

I giovani hanno bisogno di sviluppare la tecnica, la capacità di scelta, quindi non essere indottrinati da allenatori che pensano di essere preparati ma alla fin fine sono molto meno visionari di ragazzi che hanno un talento che magari loro non hanno mai avuto. Preparerei i ragazzi a un altro tipo di calcio, non assolutamente tattico perché poi la tattica ha una evoluzione sempre nel tempo che più si va avanti e più è veloce, di conseguenza probabilmente li stai preparando a qualcosa che sarà già vecchio quando arriveranno in prima squadra. 

📸ACMILAN

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