Pazienza: “Catania squadra di categoria” – La verità dietro queste parole
Contro l’Avellino gli etnei mettono in piedi una prestazione di sostanza e si aggiudicano il primo round con gol di Cianci. In sala stampa il tecnico irpino pronuncia una frase molto significativa👇
Niente più girone C. I due confronti della regular season avevano marcato una differenza netta tra Avellino e Catania. Sette reti a due il totale delle due sfide, segno di una superiorità evidente, come i ventiquattro punti di distacco in classifica. Irpini saldamente secondi, etnei salvi all’ultima giornata e per il rotto della cuffia. Non dovrebbe esserci storia, se si guardasse al percorso delle due squadre quest’anno. Campani troppo forti per poter fallire appena entrati in scena, troppo superiori rispetto ad un Catania balbettante e di certo lontano dal ruolo di “favorita”. Eppure, il detto per cui i playoff di serie C rappresenterebbero un “campionato a parte”, in cui i valori in campo tendono ad allinearsi, ed i pronostici a venire smentiti, pare piuttosto calzante specie dopo quanto accaduto ieri sera al “Massimino”.
La storia invece c’è eccome. E racconta di un Catania che, attraverso le mille difficoltà di una stagione altalenante, nella quale si era addirittura prefigurato un finale drammatico, sembra aver finalmente trovato quella compattezza e unità d’intenti che solo di rado si erano manifestate nel corso del torneo. Lo sa bene Michele Zeoli, che in sala stampa rievoca le tre partite del recente passato che hanno contribuito a cementare la solidità di oggi: Messina, Benevento e andata contro l’Atalanta. Tre vittorie, tutte per 1-0, nessuna rete subita, sofferte ma di grande importanza, a cui si aggiunge il pesante successo con l’Avellino, forse l’avversaria più quotata tra le otto rimaste nella fase nazionale. Tasselli fondamentali di un percorso che fino a poche settimane fa si faticava ad immaginare ma che ora vede i rossazzurri rivaleggiare ad armi pari con chi prima appariva molto più distante, con la possibilità di determinare il proprio destino, come già avvenuto in Coppa Italia.
Ad accorgersi di un Catania diverso, rigenerato nello spirito e quindi molto più temibile e duro da affrontare, è stato anche l’altro Michele, Pazienza. Il tecnico degli irpini, comprensibilmente amareggiato dalla prova dei suoi, cita il lungo periodo senza partite “vere” per i biancoverdi tra la fine del torneo e il debutto in questi playoff, senza però voler accampare scuse. Aggiunge poi una considerazione dal significato estremamente importante sulla condizione attuale dei rossazzurri: “Il Catania adesso è una squadra di categoria, corta e stretta dietro la linea della palla. Al ritorno servirà altro per farle gol” – Se l’ex centrocampista di Napoli e Juve intendesse o meno lanciare una frecciatina all’eccessivo “difensivismo” adottato dagli avversari importa poco, quel che rileva è il cambio di atteggiamento che ha riguardato i calciatori etnei, finalmente calati a pieno nella dimensione giusta e capaci di fornire una prestazione di spessore che è valsa il vantaggio, sia pur ristretto, in questa doppia sfida dei quarti di finale.
L’Avellino di Michele Pazienza, intendiamoci, resta la più forte. Infondo ai campani, testa di serie, basterebbe pareggiare il conto per ottenere il passaggio alle semifinali. Di certo, fra tre giorni ci vorrà un’altra prova di grande carattere, lucidità e applicazione per emergere dalla prevedibile bolgia del “Partenio” con la qualificazione in mano. Sarà difficile, ma adesso il Catania c’è, e vuole lottare con tutto sé stesso per alimentare un sogno che fino a poco tempo fa sembrava irrealizzabile.