Primo premio al Convitto Cutelli al concorso Ho un desiderio sospeso fra sogno e realtà: che ogni Rosso Malpelo incontri un Don Milani sulla sua strada.
Simbolo dell’esclusione, del maltrattamento, del degrado, della violenza, dell’indifferenza, della cattiveria come sinonimo di forza: queste le caratteristiche del Malpelo dipinto da Verga.
E, di contro, Don Milani: esemplare, onesto, intellettualmente corretto e attivo, servizievole, impegnato per promuovere l’emancipazione e l’uguaglianza.
Due mondi opposti. Cosa succederebbe se si incontrassero? Di più: se ogni Malpelo incontrasse un Don Milani?
É ciò che ha immaginato l’Arcivescovo di Catania Mons. Luigi Renna quando ha presentato alle scuole il concorso Ho un desiderio sospeso fra sogno e realtà: che ogni Rosso Malpelo incontri un Don Milani sulla sua strada.
E i ragazzi del Liceo Classico Europeo del Convitto Nazionale Mario Cutelli sono stati particolarmente ispirati da tale invito: inserita la proposta nell’ambito del Progetto Pof La scuola come volano artistico-letterario, ideato e guidato dalla prof.ssa Giusy Gattuso, gli studenti hanno sviluppato l’idea elaborando diversi testi, di cui alcuni sono stati inviati e fra i quali la narrazione dell’alunno Giuseppe Pignatello di VA, dal titolo La luce della cava, ha ottenuto il primo premio (attestato e un buono di 100 euro da spendere alla libreria San Paolo)*.
La cerimonia di premiazione si è svolta presso il Palazzo della Cultura di Catania venerdì 19 marzo, alla presenza dell’Arcivescovo Mons. Luigi Renna che ha omaggiato i giovani partecipanti.
Il racconto di Giuseppe ha colpito la giuria: l’autore sottolinea la fragilità e il disagio del suo Malpelo che si paragona alle arance, affermando di essere come queste, “rosse e amare”, “perché la mia natura è amara e tutti me lo confermano da sempre”.
Il nostro alunno descrive la forza degli incontri che cambiano la vita e dei sentimenti che sciolgono il cuore: “ Ranocchio gli sorrise con un volto che scosse l’anima di roccia di Malpelo”, fino alla scoperta delle parole che colpiscono e generano delle vere e proprie epifanie, facendoci ritrovare noi stessi, come il protagonista del racconto che, improvvisamente, ricorda il suo vero nome “ Lucio”, come la “luce” di Don Milani, pronto a guidarlo e a mostrargli il mondo.
Durante la cerimonia, inoltre, un gruppo di studenti di IA (Giorgia Carobene, Giulia Granieri, Lucrezia Rosato, Ludovica Licciardello, Sara Vasaperna e Mattro Parrinello), i cui elaborati fuori concorso erano stati consegnati all’inizio dell’anno scolastico in seguito all’invito a riflettere sul tema, hanno ricevuto delle coppe.
Un piacevole pomeriggio, in definitiva, interessante, denso di contenuti e messaggi di speranza, soprattutto sulla forza dell’educazione e dell’istruzione.
Come scriveva Don Milani, “é solo la lingua che rende uguali. Uguale è chi sa esprimersi e intendere l’espressione altrui”. E proprio la capacità di esprimere in modo personale e creativo il proprio mondo interiore e la realtà che li circonda coltiviamo nei nostri ragazzi in questo progetto, affinché ognuno impari a comunicare ciò che ha dentro a proprio modo, con un proprio stile, per poter così entrare nella mente e nell’animo del lettore.
Prof.ssa Giusy Gattuso