Sant’Agata come donna vittima di violenza
Esempio di emancipazione per le giovani catanesi: tre riconoscimenti ai lavori delle studentesse del Convitto Cutelli
Riflessione profonda e articolata su Sant’Agata come vittima della violenza sulle donne: questo è stato il leitmotive che ha guidato l’incontro tenutosi sabato 11 febbraio mattina presso il Museo Diocesano di Catania, a cui ha preso parte, fra gli altri, una rappresentanza del Liceo Classico Europeo del Convitto Nazionale Mario Cutelli.
A moderare l’evento Padre Antonino La Manna, vicario episcopale per la cultura, Padre Roberto Mangiagli e la direttrice dott.ssa Grazia Spampinato che, partendo dagli elaborati pervenuti per la partecipazione al concorso “Dalla parte di Agata … dalla parte delle vittime”, hanno aperto un interessante dibattito a cui hanno preso parte alunni e docenti presenti.
Le nostre studentesse Emma Milazzo di IC, Aisha Tomaselli ed Ester Lucchese, entrambe di IE, hanno aderito alla manifestazione, accompagnate e seguite nella produzione dei testi dalla prof.ssa Giusy Gattuso, nell’ambito del suo progetto “La scuola come volano artistico-letterario”.
L’iniziativa mirava a dar vita ad un “confronto diretto e personale” fra gli studenti e la vergine martire catanese, immagine di amore cristiano, esempio per tutte le donne e testimone di grande fede in Cristo. Giovani, i ragazzi siciliani, che animano questa terra e crescono “come ginestre generate sulla lava”, come ebbe a dire Papa Giovanni Paolo II, nel 1994, durante la sua visita pastorale a Catania.
Le allieve Aisha ed Ester, entusiaste di intervenire all’evento, hanno preparato un testo multimediale dal titolo “Sant’Agata: una di noi” sulla vita della santa protettrice di Catania, sulla festa a lei dedicata e sul suo essere una vittima della violenza sulle donne proponendo così la sua vicenda sotto una luce nuova, come una storia di emancipazione e di forza di volontà e fede senza eguali. Emma, invece, ha scritto una poesia intitolata “Sant’Agata: eroina ieri, oggi e sempre” alternando le strofe nelle lingue italiano, francese e inglese e facendosi ispirare dalla nobiltà d’animo, dal coraggio e dall’Amore per Cristo della martire, definendo il Suo spirito, che la giovane poetessa sente dentro di sé, come “un’ispirazione reincarnata in tutto il buono che c’è sulla terra”. Le ragazze hanno ricevuto degli attestati di riconoscimento per l’eccellente lavoro svolto: è stato un modo creativo per approfondire la conoscenza dell’acclamata santa catanese, per riflettere sul suo essere stata uno dei primi casi documentati di violenza sulle donne e per creare, in questa nuova prospettiva, un legame nuovo e profondo con “Lei”, donna torturata e sofferente ma anche coraggiosa e forte, esempio per le ragazze di oggi di determinazione, di liberazione e di fede.
Molto toccanti, nel corso dell’incontro, sono state le testimonianze delle madri di due giovanissime ragazze vittime della cieca e gratuita violenza di uomini scellerati: Giovanna Zizzo, mamma di Laura Russo che nel 2014 a San Giovanni La Punta, a soli undici anni, fu uccisa dal padre (che tentò anche di togliere la vita alla sorellina Marika) a coltellate e Vera Squatrito, madre di Giordana che a vent’anni fu dilaniata con quarantotto coltellate a Nicolosi dall’ex fidanzato.
La prima ha letto una lettera immaginaria che la figlia avrebbe potuto scrivere raccontando lo strazio e l’odio che hanno devastato il suo corpo e la sua famiglia, “condannandola all’ergastolo del dolore”, mentre la seconda ha ricordato la speranza delle genitrici e delle donne perché, grazie a questa mobilitazione contro la violenza di genere, qualcosa cambi e ci si renda conto di quanto già anche solo l’insulto, l’offesa e la derisione siano forme di denigrazione e violenza verbale. Gli alunni sono stati molto colpiti da queste storie forti e hanno ascoltato con attenzione e in profondo silenzio i racconti e gli appelli delle due donne.
Sicuramente, momenti di riflessione di tal genere contribuiscono a formare i nostri giovani e a renderli consapevoli della malvagità e delle atrocità di questa estrema forma di odio contro le donne che non solo ne lede i diritti umani e provoca “dolori eterni senza consolazione” ma si ripercuote fortemente sul benessere dell’intera comunità. Un plauso, quindi, all’arcivescovo di Catania, Mons. Luigi Renna, promotore di questa lodevole iniziativa di sensibilizzazione che ha riempito un sabato comune, apparentemente come gli altri, di contenuti forti, probanti e di intense emozioni scuotendo le coscienze degli astanti.
LA PRESENZA FEMMINILE . La donna, che può anche essere una adolescente, nella mia pittura rappresenta l’umanità in generale femminile, che richiama la forma perfetta dell’arte,anzi l’armonica struttura di bellezza per eccellenza, che ha ispirato nella storia tutti gli artisti. Essa è anche grazia piena in quanto sintesi di tutte le virtù etiche: temperanza, prudenza , saggezza. Esempio di forza, pazienza , di tenacia ineguagliabile, fino al sacrificio, all’abnegazione coraggiosa.. Ne è esempio la creatura che porta in grembo, e che libera alla vita compiendo l’amore generazionale.
La forte denuncia sociale è il tema cardine dei quadri di Antonio Pilato , in cui è evidente l’influenza degli scrittori, per esempio L. Sciascia, che hanno fatto parte della sua formazione letteraria. Lo sfondo nero, emblema di paura e smarrimento, fa da scenario a immagini cariche di naturale simbologia, espressione di pensieri più personali dell’artista. Col suo occhio fortemente acuto e critico rappresenta degli squali, i più prepotenti e feroci, che distruggono l’umanità oppressa e le sue bellezze. Quella di Antonio Pilato è un’arte originale ed autentica, che possiede una violenza critica e che acclama a gran voce i sentimenti di giustizia. Salvo Nugnes . 24 /9/ 2022.
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