“Se un albero cade in una foresta”- Il quesito di “Berkeley” diventa un thriller coreano di successo
La celebre questione filosofica di George Berkeley, che si interroga sulla percezione della realtà, ha trovato nuova vita in una serie televisiva coreana che sta conquistando il pubblico internazionale. La serie, che combina elementi di thriller psicologico e dramma esistenziale, esplora il concetto di realtà attraverso le esperienze di personaggi che si trovano a dover affrontare situazioni misteriose e spesso inquietanti.
Ambientata in una foresta remota, la trama ruota attorno a un gruppo di persone le cui vite sono intrecciate in modi inaspettati. Ogni episodio svela nuovi dettagli e colpi di scena, mantenendo gli spettatori incollati allo schermo e invitandoli a riflettere sulla natura della realtà e della percezione.
La trama si sviluppa su due linee temporali interconnesse. La prima storia è ambientata all’inizio degli anni 2000 e segue Koo Sang-joon (interpretato da Yoon Kye-sang), che gestisce una piccola locanda in campagna con la sua famiglia. La loro vita viene sconvolta dall’arrivo di un assassino, portando a una spirale di disperazione e autodistruzione.
La seconda storia si svolge vent’anni dopo e segue Jeon Yeong-ha (Kim Yun-seok), un uomo di mezza età che gestisce una casa vacanze immersa nel bosco. L’arrivo di una donna misteriosa e di un bambino cambierà per sempre la sua vita.
La serie esplora temi profondi come il senso di colpa e le conseguenze delle proprie azioni, ispirandosi alla teoria filosofica di Berkeley, secondo cui gli oggetti esistono solo se percepiti. La narrazione è arricchita da un montaggio che aumenta la tensione e da suggestioni visive e sonore che ricordano i lavori di Hitchcock, Kubrick e Lynch.
“Se un albero cade nella foresta” (titolo internazionale “The Frog”) si distingue per la sua capacità di intrecciare storie complesse e di mantenere alta la suspense, rendendola una visione imperdibile per gli amanti del genere thriller.
Numerosi sono stati gli elogi per la sua sceneggiatura avvincente, la magistrale interpretazione degli attori e la regia innovativa. È diventata rapidamente un fenomeno culturale, spingendo molti a riscoprire e a discutere il famoso quesito di Berkeley in un contesto moderno e accessibile.
Certamente ci troviamo di fronte ad un capolavoro geniale e introspettivo, che invita alla riflessione e allo stesso tempo provoca un senso di turbamento per le logiche causa- effetto non determinate dalla propria volontà.