Serie A eSports – La storia di Andrea “Storari” Lobrace
Andrea Lobrace: il giovanissimo pro-player del Sassuolo eSports racconta in esclusiva il suo esordio nel mondo del gaming professionistico🗣: “Ho fatto della mia passione un lavoro. Non esiste cosa più bella ma resto coi piedi per terra”👇
L’intervista collettiva di Rcs(Gazzetta Dello Sport)
Quando da piccolo giocava a FIFA con il fratello più grande, divertendosi ad emulare le gesta dei campioni in carne ed ossa, non poteva certo immaginare che un giorno quel popolarissimo videogame sarebbe diventato il suo pane quotidiano, qualcosa su cui costruire una vera carriera. Oggi Andrea Lobrace, milanese classe 2002, di anni ne ha 22 e già dal 2021 è diventato un giocatore professionista del più noto simulatore calcistico al mondo, facendosi conoscere con il nickname “Storari” dovuto all’ammirazione del fratello per l’omonimo ex-calciatore. Dopo l’esordio con il Bologna nel 2022, i suoi attuali colori sono quelli del Sassuolo, squadra che lo ha selezionato nel draft del 2023 per rappresentarla nel gruppo B della eSerie A, il massimo campionato virtuale italiano che allo stato conta 14 formazioni con due giocatori ciascuna.
Una passione che accomuna e fa sognare milioni di utenti in giro per il globo, ma che solo per lui e pochi altri si è concretizzata in un lavoro, sia pur ancora lontano anni luce dai compensi milionari dei veri calciatori, comunque remunerativo. Per riuscirci ha dovuto impegnarsi molto, Andrea Lobrace, vincendo anche l’iniziale scetticismo dei genitori: “Adesso mi supportano, sanno che sono bravo e posso fare strada ma non è stato così fin dall’inizio”. Le sue giornate si dividono tra gli studi universitari, a cui ha scelto di non rinunciare nonostante l’avvio della carriera per “tenersi aperte più possibilità”, e le sessioni di allenamento alla consolle, 4-5 ore al giorno in media, più intense quando si avvicinano i grandi tornei: “Giocare di per sé ti tiene allenato. Riguardo sempre le mie partite per capire dove devo migliorare. Mi aiuta molto guardare cosa fanno i giocatori più forti. Si impara tantissimo dall’esperienza propria e altrui anche in questo gioco”.
Alla domanda su quanto la conoscenza del calcio reale lo aiuti nelle sue performance virtuali, risponde così: “Non pensavo servisse così tanto, ma col tempo mi sono reso conto che conoscere i meccanismi del gioco vero torna molto utile anche su Esports”. E le filosofie? La diatriba tutta nostrana tra “belgiochisti” guardioliani e “risultatisti” allegriani ha incidenza anche nel mondo dei pro-players? “Io mi considero un giocatore offensivo a cui piace imporre il proprio gioco attraverso il dominio della partita. Non sempre però è possibile adottare lo stesso atteggiamento. Molto passa da come ti affronta l’avversario e dai diversi momenti della gara”. Nozioni tattiche, manualità ed esperienza, ma anche e soprattutto capacità di tenere i nervi saldi davanti alle difficoltà di un match, questi i requisiti fondamentali di un pro-player di successo. La spesa mentale richiesta a chi affronta un torneo competitivo è notevole e rappresenta forse il punto di maggior contatto con gli sport praticati sul campo. Restare concentrati dentro le pieghe della partita, fissando l’obiettivo da raggiungere, tanto con il pallone tra i piedi, quanto con il joystick in mano e davanti ad un monitor.
“A questi livelli siamo tutti molto forti. La differenza tra il giocatore bravo ed il campione sta tutta nella testa” E Andrea Lobrace un campione di FIFA sta cercando di diventarlo, con il duro lavoro.