Silvio Berlusconi si spegne a 86 anni
Il decesso del leader di Forza Italia è avvenuto alle 9.30 di questa mattina all’ospedale San Raffaele di Milano, dove era ricoverato dallo scorso venerdì⬇️
Si chiude un importante capitolo della storia italiana. Per quasi un trentennio la figura di Silvio Berlusconi, scomparso questa mattina all’età di 86 anni, ha esercitato una grande influenza sulla scena pubblica, lasciando un segno profondo nelle vicende economico-politiche del paese, nel bene e nel male. Personaggio molto controverso, divisivo come pochi, l’ex cavaliere, per il quale è stato proclamato lutto nazionale nella giornata di mercoledì, ha rappresentato un modello vincente di auto affermazione caratterizzato da una stretta contiguità tra impresa e politica.
Imprenditore visionario e di successo nel campo dell’edilizia, della comunicazione e del calcio (AC Milan e Monza) Berlusconi ha ricoperto il ruolo di Presidente del Consiglio per quattro mandati (1994/2001-05/2005-06/2008-11) durante i quali, governando tra polemiche e scandali, ha cercato di promuovere gli interessi delle classi imprenditoriali all’interno di un sistema di valori dall’impianto conservatore. Proprio il suo modo di fare politica, improntato ad uno spregiudicato individualismo, è stato oggetto negli anni di forti critiche. L’accusa principale mossagli dai suoi detrattori è stata quella di aver fatto un uso personalistico del potere, con una torbida commistione tra affari privati e pubblici all’interno di un ininterrotto conflitto di interessi.
Sebbene il suo peso sulla scena politica nazionale fosse ormai ridimensionato da oltre un decennio, anche visto l’affermarsi degli alleati (Salvini prima e Meloni poi) Berlusconi si è sempre adoperato per mantenere un equilibrio dentro la coalizione di centrodestra, facendo leva su un’acquisita autorevolezza pur avendone perduto la leadership. Il fatto che il fondatore di Forza Italia sia riuscito a entrare nell’immaginario collettivo italiano è imputabile a diversi fattori, tra cui l’innato carisma, la capacità non comune di utilizzare i media per veicolare la sua immagine e l’intuito nel proporsi risolutamente come nuovo soggetto politico all’indomani di tangentopoli, sbandierando la volontà di attuare in Italia una rivoluzione liberale (mai realmente portata a compimento).
Come era prevedibile, la notizia della sua morte ha suscitato il cordoglio trasversale di tutte le forze politiche, compresi coloro che lo hanno sempre avversato, riconoscendone però, pur nella diversità di vedute, l’importanza nello scenario pubblico. La dipartita di un personaggio così fortemente accentratore di attenzioni, ripresa in apertura dai principali media internazionali, fa aprire inoltre un grosso interrogativo sul futuro di Forza Italia, il partito-persona fondato dal Cav nel ’94 per contrapporsi alla sinistra della “gioiosa macchina da guerra” guidata da Achille Occhetto, all’interno dello scacchiere della maggioranza di governo.