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Sosia? É una questione di genetica

Li chiamano doppelgänger, doppioni e, talvolta, anche cloni: quale sia il termine usato, rimane comunque il fatto che la probabilità che ognuno di noi abbia un sosia nel mondo esiste davvero!

L’idea di incontrare qualcuno che sembra una nostra copia esatta è inquietante e straordinario al contempo. Inspiegabile, per molti.

Tuttavia, non si tratta di un arcano mistero o di un complotto di cui ci stanno tenendo all’oscuro. La scienza, in questo, ci fornisce delle risposte che, seppur non esaustive, ci aiutano a comprendere meglio come sia possibile.

La genetica gioca un ruolo fondamentale in questa dinamica. 

Ogni essere umano è il risultato di una combinazione unica di geni. Geni che determinano tratti come la forma del viso, il colore degli occhi, la statura, e altri aspetti dell’aspetto fisico. 

La variabilità genetica all’interno della popolazione umana, però, è sorprendentemente limitata. Siamo tutti estremamente simili a livello genetico e condividiamo circa il 99,9% del nostro DNA con ogni altro essere umano. 

È proprio in questo piccolo margine di variabilità che risiede la possibilità che due persone, apparentemente senza alcun legame di parentela, finiscano per somigliarsi.

Oltre alla genetica, anche la biologia dello sviluppo potrebbe concorrere a tale fenomeno. 

Durante il processo di sviluppo embrionale, infatti, fattori come l’ambiente intrauterino, l’alimentazione della madre e perfino lievi variazioni nei processi molecolari possono determinare differenze nel fenotipo, ossia l’insieme delle caratteristiche osservabili di un individuo. Nonostante queste variabili, a volte si verifica che persone diverse sviluppino un aspetto sorprendentemente analogo.

La casualità, quindi, è essenzialmente determinante. Considerando i miliardi di persone che vivono sulla Terra, è quasi inevitabile che esistano i sosia. 

Secondo alcune stime, i modelli matematici di Aldous, le probabilità di incontrare un sosia perfetto sono estremamente basse, ma non inesistenti. Su otto miliardi di persone, si parla dell’0,11% di probabilità.

Inoltre, vi è da considerare anche il modo in cui il cervello umano elabora i volti. 

Il nostro cervello è programmato per riconoscere i volti attraverso schemi generali piuttosto che concentrarsi su dettagli specifici, il che significa che può percepire due volti similari come identici.

Twin Strangers e la ricerca dei sosia

Anche tu sei curioso di trovare un tuo sosia? 

Twin Strangers ci viene in aiuto.

Nato nel 2015 dall’idea di tre amici, Niamh Geaney, Harry English, e Terence Manzanga, Twin Strangers è una piattaforma che, tramite il supporto dei social media, si pone, per l’appunto, l’obiettivo di individuare i sosia, o gemelli sconosciuti, nel mondo. 

Niamh Geaney è stata la prima a trovare il suo “twin stranger”, una donna irlandese di nome Karen Branigan che viveva a meno di due ore di distanza da lei. 

Le due si sono incontrate e la somiglianza tra loro era talmente incredibile da sembrare sorelle.

Questo primo incontro ha attirato molta attenzione mediatica, spingendo sempre più persone a partecipare al progetto.

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