Un paradiso naturale chiamato Jeju island.
È l’isola più grande della Corea del sud di origine vulcanica che si affaccia sul mar Cinese Orientale, patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Le sue bellezze naturali sono fonte di attrazione turistica, anche se si può parlare di turismo di nicchia.
Tra tradizioni millenarie e natura incontaminata, Jeju è diventata set cinematografico di molti k-drama e tappa obbligatoria delle gite studentesche.
Tra le mete più gettonate dell’isola al primo posto troviamo il vulcano inattivo Halla chiamato comunemente monte Hallasan, che tra l’altro rappresenta il monte più alto di tutta la Corea.
Per accedervi ci sono due precisi percorsi : il Gwaneumsa, dalla parte settentrionale che offre un panorama migliore e il Seongpanak, dalla parte meridionale.
Ovviamente l’isola è ricca di riserve naturali, cascate e tante perle naturali. Per visitarle è opportuno partire da Seogwipo, la seconda città dell’isola, poichè vi sono già percorsi collaudati sia per le visite guidate che per il turista fai da te.
Da non perdere le bellissime cascate Cheonjiyeon , Jeongbang e Sojeongbang, e poco prima di quest’ultima è situato un castello (The Castle of Shell) che funge da luogo di riposo per i visitatori. La particolarità è che gratuitamente tutti possono rifocillarsi con bevande, godendosi una spettacolare vista mare.
Nella città di Seogwipo, non si può fare a meno di visitare la zona di Jungmun, ricca di musei stravaganti , come quello quello degli orsetti e del cioccolato, il giardino botanico Yeomiji ed inoltre è caratterizzata dalla spiaggia naturalistica Jungmun Saekdal da cui si possono ammirare gli scogli cilindrici di natura lavica
L’isola conserva ancora la lunga tradizione delle haenyeo, ovvero le donne sommozzatrici che tutt’oggi praticano la pesca di conchiglie, cetrioli di mare, ricci, abalone e alghe marine, in acque ghiacciate, calde, calme e insidiose. Sin da bambine vengono addestrate ad immergersi senza bombole di ossigeno, e data la particolare preparazione continuano fino a tarda età. Si immergono ad una profondità di 20 metri trattenendo il respiro per un massimo di due minuti, spesso per ore di seguito.