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Wrestling: la “maledizione” della famiglia Von Erich

Entro la fine di quest’anno uscirà nelle sale cinematografiche statunitensi il film “ The Iron Claw”, diretto da Sean Durkin. La pellicola, la cui uscita in Italia è prevista il primo febbraio 2024, tratterà la storia della famiglia Von Erich, con particolare attenzione per la figura di Kevin Von Erich interpretato dal celebre attore Zac Efron. Approfittiamo dell’imminente uscita del film per narrare la storia dei membri di questa famiglia, tanto rinomata per le loro azioni sul ring quanto per le vicende extra-wrestling.

Fritz Von Erich, all’anagrafe Jack Barton Adkisson, era il capostipite della famiglia. Fu un wrestler negli anni ‘60 che scelse, difatti, il nome Fritz Von Erich per interpretare la gimmick heel, cioè per l’interpretazione di un personaggio malvagio, di un nazista tedesco. Egli fu una vera e propria icona del wrestling: è ricordato, soprattutto per le tante cinture vinte nella federazione americana NWA (National Wrestling Alliance) e per esser stato il presidente della WCCW (World Class Championship Wrestling), dal 1981 fino allo scioglimento della stessa federazione nel 1990. Il texano vinceva la maggior parte dei suoi match grazie alla manovra denominata “Iron Claw” (la mossa da cui Durkin prende ispirazione per il titolo del suo film).

Fritz morì di cancro nel 1997 ed ebbe 6 figli, che formarono la seconda generazione dei Von Erich. Incominciamo dal primogenito Jack Jr, il quale morì alla tenera età di 6 anni a causa di una forte scossa elettrica e al conseguente annegamento in uno stagno. Il secondogenito Kevin (l’unico ancora vivo) seguì le orme del padre e divenne un wrestler di successo nella WCCW. Il terzogenito David, soprannominato “ La rosa gialla del Texas” (“The Yellow Rose of Texas”), fu anche lui un wrestler di assoluto livello.

Morì a Tokyo nel 1984, a 25 anni. La causa ufficiale del decesso viene riscontrata in una forma acuta di enterite (un’infiammazione dell’intestino tenue), tuttavia si hanno parecchi dubbi su di esso: secondo molti, infatti, la vera causa della scomparsa del giovane lottatore sarebbe stata un’overdose di sostanze stupefacenti.

Il quartogenito Kerry fu il più illustre dei fratelli, data la sua strabiliante carriera da wrestler in WCCW e WWF (World Wrestling Federation). Continuò a lottare anche dopo un gravissimo incidente che costrinse i medici a procedere con l’amputazione del piede destro. Kerry, comunque, ebbe grossi problemi con la droga e venne arrestato ben due volte.

Dopo il secondo arresto si suicidò all’età di 33 anni. Il quintogenito Mike, anch’egli wrestler, sostituì David nella faida tra i suoi fratelli (Kevin, Kerry e per l’appunto David) e i “Fabulous Freebirds”, altra fazione storica nel mondo del wrestling. Successivamente scoprì, in seguito ad un intervento, di soffrire della sindrome da shock tossico, una patologia rarissima nei maschi adulti, che lo costrinse al ritiro dal ring. Mike, a 23 anni, si suicidò tramite un’overdose di tranquillanti. L’ultimogenito Chris provò anch’egli a seguire le orme del padre e dei fratelli. Ebbe, però, scarsi risultati che lo portarono in uno stato di depressione che lo spinse al suicidio a 21 anni.

Queste morti così premature indussero gli appassionati della disciplina a credere in una “maledizione”, che arieggiava intorno alla famiglia Von Erich, e furono molti coloro che accusarono il capostipite Fritz per questi avvenimenti, a causa dei suoi metodi educativi e della pressione esercitata sui figli. Questo cognome così importante viene tutt’oggi utilizzato dalla terza generazione di lottatori Von Erich. Lacey Von Erich, figlia di Kerry, divenne una lottatrice ricordata per i trascorsi in WWE (World Wrestling Entertainment) e TNA (Total Nonstop Action) dove vinse i titoli di coppia femminili. Infine, ricordiamo i due figli di Kevin, Ross e Marshall, recentemente apparsi in AEW (All Elite Wrestling), proprio insieme al padre. Concludiamo ricordando che la famiglia (fatta eccezione per il piccolo Jack jr), fu introdotta nel 2009 nell’Hall of Fame della WWE da l’ex wrestler e membro dei Fabulous Freebirds, Michael “P.S.” Hayes.  

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